mercoledì 1 agosto 2012

Per una reale democrazia partecipativa

Pubblichiamo il contributo di Leonardo Bertelli (a destra nella foto sotto) alla conferenza stampa di presentazione del Nodo Territoriale livornese di Alba (30 luglio 2012).


Democrazia e partecipazione
(diffondere il potere, non concentrarlo)

La democrazia rappresentativa ha bisogno... sia di una sua riforma interna in senso proporzionale, sia di essere arricchita da nuove forme di democrazia partecipativa.”
...il sistema rappresentativo è l'unico che garantisce la partecipazione di tutti i cittadini in condizioni di voto segreto... ma per affrontare l'attuale crisi (della democrazia e dei partiti) deve essere associato alla democrazia partecipativa... l'attività costante della partecipazione alimenta e garantisce, stimola e controlla la qualità della rappresentanza e la qualità della politica pubblica.”
Tra i cittadini è cresciuto il desiderio di riappropriarsi di ciò che è comune, non solo beni ma anche processi. La democrazia si allarga e diventa più inclusiva: delle nuove forme di partecipazione dei cittadini, della gestione dei beni comuni, della società civile che interagisce, in piena autonomia, con una sfera politica che si apre alla cittadinanza invece di chiudersi come un riccio.”
Troppe volte la 'partecipazione', come viene praticata dai partiti ansiosi di dimostrare la loro disponibilità e la loro 'modernità', ha assunto il volto dello 'sfogatoio' con assemblee caratterizzate da un confusionismo generale. Occorre invece uscire da questa mistificazione della sovranità popolare, e allo stesso tempo destrutturare una sovranità popolare totalmente fondata sulla delega. Occorre trasformare il livello prepolitico della partecipazione in diritto alla democrazia... L'istituto della partecipazione riduce la discrezionalità delle scelte politico-amministrative, obbligando le istituzioni a prendere in considerazione le istanze partecipative e ad argomentare in maniera più circostanziata le proprie decisioni.”
La partecipazione ha necessità di rispettare tre capisaldi:
  1. L'informazione: la trasparenza e l'accesso possibile e reale dei cittadini partecipanti a tutti i dati preliminari all'oggetto delle decisioni deve costituire il presupposto per una reale partecipazione;
  2. Le tecniche e le risorse umane e materiali per attuarla: il processo partecipativo è normato e calendarizzato, deve inoltre essere seguito e raccolto da tecnici neutrali ed esperti;
  3. La continuità: è un processo, non un momento, che contribuisce così alla formazione di un prezioso capitale umano per qualsiasi democrazia cioè gruppi crescenti di cittadini informati, attivi e con le idee chiare su che cosa costituisce una cultura democratica, che contribuiscono alle scelte e ne controllano l'attuazione.
Per ciò che concerne la nostra città sono andato a rileggermi quello che l'attuale Sindaco scriveva nel suo programma elettorale ampiamente disatteso e largamente inattuato :
...insieme per governare il cambiamento... superamento di una visione gerarchica... idea della partecipazione come motore di cambiamento... i cittadini non più solo destinatari delle azioni di governo, ma essi stessi azioni di governo... la partecipazione si evolve a strumento per costruire e mantenere i legami sociali, per riaffermare e difendere una visione comunitaria del territorio... Livorno 'città della partecipazione'”
Non casualmente i processi partecipativi iniziati (Cisternino 2020, Pensare in grande) sono stati abbandonati e miseramente falliti. Il referendum sulla localizzazione di un ospedale nuovo non ha dato il risultato voluto dai 28.317 cittadini livornesi che hanno partecipato, ma, strumentalizzando i cittadini assenteisti, è stata assunta la scelta opposta, dichiarando che è da considerare “normale”non aver esercitato il diritto-dovere di voto.
Anche per questo ci batteremo per l'eliminazione del quorum in tutti i referendum.
Per la redazione del nuovo strumento urbanistico cittadino l'Amministrazione Comunale ha dichiarato che avrebbe scelto un metodo partecipativo ed ha indetto una gara per scegliere il gruppo dei tecnici che seguisse la partecipazione; di tale gara si è persa ogni traccia.
Come lo strumento urbanistico interessa tutti i cittadini perché dà forma e sostanza a tutto il territorio comunale coinvolgendo i temi dell’ambiente, del lavoro, delle risorse, così il bilancio comunale è l’atto che determina tutte le scelte di spesa del Comune e quindi l’attività ed i servizi del Comune stesso a favore di tutti gli amministrati; tuttavia mai, nella nostra città, è stato affrontato il percorso per un bilancio partecipato, anzi il coordinatore cittadino del PD, per giustificare una mancata pubblicizzazione dell’atto ha parlato di ‘bilancio tecnico’, come se le scelte ivi contenute non fossero l’elemento essenziale della politica economica dell’Amministrazione Comunale.
È nostro obbiettivo contribuire ad aggregare, in modo egualitario, intorno ai temi esposti tutte le individualità autenticamente democratiche della città, senza chiedere abiure o rinunce ad adesioni alle formazioni partitiche dell’area convenzionalmente definita di sinistra, purchè ciascuno di noi abbia capacità di ascolto e volontà di confrontarsi e di decidere insieme.


Nella foto sopra, il Cisternino di Città, protagonista di uno dei processi partecipativi iniziati e abbandonati dal Comune.

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