domenica 19 agosto 2012

Mobilità e ambiente a Livorno


Pubblichiamo il testo di Paolo Cascinelli (nella foto sotto) scritto nel febbraio 2011 per il comitato “Vivere il centro”, che l'autore ha sintetizzato nel suo intervento per la conferenza stampa di presentazione di ALBA Livorno.


In relazione al Piano Strutturale e considerato che nei confronti del problema della mobilità, amministratori, partiti e associazioni ambientaliste rimangono nel vago, ci permettiamo di fornire alcuni suggerimenti peraltro già presentati agli uffici competenti del Comune, in occasione del progetto "pensiamo in grande" che in teoria prevedeva il coinvolgimento dei cittadini ma di cui si è persa traccia. Il progetto era incentrato sulla riqualificazione dell'area del pentagono del Buontalenti e in particolare della via Grande. Per quest'ultima però si indicava quasi esclusivamente una riqualificazione di tipo strutturale in accordo con le associazioni dei commercianti, chiedendo il contributo finanziario dei residenti proprietari.
Il lavoro del comitato "Vivere il centro" è consistito nel porre l'attenzione sul fatto che non ha senso parlare di riqualificazione dell'area senza procedere a una sua bonifica ambientale. Il punto di partenza inerente al progetto deve quindi riconsiderare il ruolo della via Grande alternativo a quello assegnatogli quale arteria di collegamento del comparto sud-nord della città. Un esempio negativo senza confronti in Toscana, dove le strade storiche o considerate tali sono pedonalizzate, vedi: Firenze, Pisa, Lucca, Siena, Arezzo, Pistoia, Grosseto, Prato ecc., per non citare i centri minori. Siamo convinti che questo esempio di traffico autostradale lento, senza nessun tipo di limitazione nel cuore della città, non trovi riscontro in nessun altro centro urbano capoluogo di provincia d’Italia. Sulla via Grande e sull'omonima piazza compreso il largo Duomo e tralasciando per motivi di sintesi l'impatto ambientale del porto, gravitano: la stazione degli autobus urbani, la stazione degli autobus extraurbani, questi ultimi dirottati tutti in arrivo-uscita dalla via Grande, la stazione degli autobus da crociera nella adiacente via Cogorano e la stazione dei taxi. Vi sono tre semafori, una corsia preferenziale di autobus a sola segnaletica orizzontale e due stop intermedi trasversali, una serie di parcheggi lungo tutto il margine destro della carreggiata e sei attraversamenti pedonali compresi quelli ai semafori. 
 Intorno alla via Grande nelle zone a ZTL contrassegnate dalle lettere B - C - D - E esiste una fitta serie di parcheggi a pagamento definiti “di prossimità” compresi quelli lungo il perimetro dei fossi che di fatto snaturano le ZTL, nonostante l'adozione di un numero limitato di telecamere, insufficienti a coprirne i varchi. A questo si aggiunge l'inveterata abitudine dei livornesi al mancato rispetto dei divieti, favorita da una inadeguatezza nei controlli da parte degli addetti ai lavori. Le multe effettuate per infrazione al codice della strada sono al 99% per divieto di sosta essendo le ZTL serbatoi sicuri per questo tipo di infrazioni, motivo desumibile per cui i vigili si guardano bene dall'impedire accessi in zone a divieto di transito ma anche nelle zone pedonali. Da non sottovalutare il problema dei circa 3800 permessi concessi dal comune a ditte, liberi professionisti, privati cittadini, spedizionieri, gestori di esercizi e commercianti, i SUV spacciati per mezzi di lavoro e i sedicenti disabili che circolano senza avere nessuna patologia se non quella di un parente deceduto o meno. Nella lista degli inadempienti sono da annoverare anche molti amministratori e funzionari pubblici che spesso sono i primi a ignorare le regole del codice della strada.


Ad una delle città tra le più inquinate d'Italia per la presenza di un polo petrolchimico, di due centrali termoelettriche, un inceneritore anch’esso a ridosso di zone residenziali o insediative, del porto che si affaccia sul centro e altri insediamenti industriali di provata nocivita’ (stando al rapporto di Medicina Democratica Livorno occupa un non invidiabile secondo posto in relazione al numero di abitanti, preceduta da Taranto e comunque inserita nei siti di interesse nazionale, per la direttiva Seveso), come si risponde in materia di traffico? Con il taglio di un 1.000.000 (un milione) di chilometri nel trasporto pubblico stabilito dalla Regione? Accodiscendendo agli umori delle lobbies settoriali che hanno proposto di riaprire il traffico privato davanti al mercato centrale e di trasformare le scuole Benci nell'ennesimo parcheggio? O con la richiesta dell’ACI di un megaparcheggio sotterraneo nelle fondamenta del Teatro Grande, proponendo di inserire nella via Grande il doppio senso di circolazione?
L'inutilizzo dei previsti “parcheggi scambiatori”, come quello di viale della Libertà o l’altro più recente, in cui mancano indicazioni e parchimetri, in via del Corona e la rottamazione dei 20 minibus elettrici-navetta acquistati nel '99 al costo di 700 milioni di vecchie lire, sembrano inquadrarsi in questa visione della mobilità. Nel corso dell’ultimo ventennio si è proceduto anche con la politica del frazionamento dei vecchi immobili nel centro aumentando il fabbisogno di posti auto e si è continuato con il progetto di un quadrilatero di edifici, che prevede la sparizione dell’unico spazio verde in piazza del Luogo Pio, per 1000 persone e altri 250 posti auto. Stessa considerazione per l'ex Palazzo delle Imposte al Cisternone che comporta sempre a ridosso del centro un ulteriore bisogno di circa 500 posti auto.

Nel corso del 2005 sono entrate in vigore le normative europee sul contenimento e la misurazione delle pm10. Dai dati rilevati su internet dal sito Arpat dello stesso anno (di cui conserviamo copia), nella centralina di viale Carducci, nei soli primi tre mesi dell’anno, sono stati superati per un numero di quattro volte superiore i 35 sforamenti ammessi nell’arco dei 12 mesi. In tutto il 2005 sono stati totalizzati 123 sforamenti. La soglia massima ammessa è di 50 mg/m3 giornalieri mentre la media annua non consente più di 40mg/m3. In gennaio-febbraio-marzo sono stati raggiunti 40 giorni di valori fuori norma con punte come quella del 13 gennaio di 98mg/m3, considerata di pericolo per la salute umana, e rispettivamente il 3-14-21 gennaio di 82-88-89 mg/m3 senza che sia stato preso nessun provvedimento, quando il valore considerato di allarme è di 78mg/m3. Si continua il 10 febbraio in 79 mg/m3 e il 4-16-17 marzo con 78-82-78 mg/m3, con gli altri 30 sforamenti distribuiti nel periodo in esame con una prevalenza in gennaio. Successivamente al 2005 è cambiato il sistema di valutazione della media giornaliera e non è stato più possibile avere dati precisi e soprattutto non si riesce a sapere nulla sui dati specifici nei punti più critici di esposizione al traffico come via Grande o via De Lardarel.
Le patologie collegate agli effetti delle sostanze emesse dalla combustione degli idrocarburi usati dai mezzi di trasporto pubblici e privati nei centri urbani sono note: dalle malattie allergiche e asmatiche a quelle cardiache e tumorali.
Per quanto riguarda l’inquinamento acustico sappiamo che i danni provocati all’organismo da fonti di rumore continuative e innaturali sono riferibili a carico del sistema nervoso e neurovegetativo oltre ad essere responsabili di alterazioni dell’udito e di aumento della sterilità. Un decibel è scarsamente percepibile dall’orecchio umano, ma lo sono invece i 30 emessi da un’auto con sistema di scarico nuovo e i 70 di un autobus, che vanno moltiplicati per migliaia di volte nell’arco delle 24 ore.
Esiste poi una casistica di patologie legate al traffico nei centri urbani che vengono scarsamente considerate, ma non per questo sono da sottovalutare. L’Università di Verona ha commissionato negli anni scorsi uno studio sulle malattie da stress collegate “a traffico e comportamenti aggressivi”, prendendo non a caso a riferimento “il modello” Livorno, servendosi del concorso di due docenti dell’Università di Pisa, Paolo Rognini e Paolo Fuligni. In questo studio-inchiesta, viene evidenziato come il comportamento scorretto dei conducenti di veicoli generi atteggiamenti e patologie pù o meno inconsce che producono quell’effetto conosciuto come stress, accompagnato da disturbi neurovegetativi e ansiogeni. Un automobilista normalmente corretto, ma anche un passante che assiste al ripetersi di episodi infrattivi o scorretti, reagisce con tipologie diversificate di comportamento, facendosi coinvolgere in un effetto domino di inosservanza del codice della strada, oppure reprimendosi e inibendosi emotivamente con effetti negativi sul tono dell’umore e con ripercussioni psicosomatiche anche nel lungo periodo. L’effetto domino è particolarmente evidente nella formazione “educativa” nei confronti dei giovani, futuri utenti della strada.

Tralasciamo in questa sede il problema della la tutela e dell’integrità delle acque interne che non rientra nella statistica in oggetto, ma ricordiamo che anche i natanti parcheggiati lungo i canali sono dotati di motori a scoppio (quasi tutti con inquinantissimi motori 2t) e che come tutti gli altri veicoli in sosta esalano carburante e in misura maggiore benzene che, per le sue particolari caratteristiche di volatilità, contribuisce all’inquinamento complessivo dell’area interessata anche se di natura passiva (quando non sono in funzione).

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