domenica 3 agosto 2014

Per Franco


Forse era la metà degli anni 70 o forse la fine quando conobbi Franco. Era da poco venuto a Livorno per curare la vendita rateale delle edizioni Einaudi. Aveva aperto un fondo in via delle Galere vicino a Piazza della Repubblica e venendo anch’io da quella esperienza, poi lasciata per il consolidarsi dell’insegnamento nella scuola, lo andai a trovare. Ci accorgemmo subito di essere in sintonia per gli interessi culturali e per la visione politica. L’ho seguito per tutti gli anni a venire, attraverso le fasi di libraio e di editore che lo portarono prima a riaprire quella che era stata la storica libreria Fiorenza in via della Madonna, da lui rinominata Gaia scienza (chiaro onore tributato a Nietsche) e poi a trasferirsi in via Di Franco, non senza aver lasciato lì una libreria per ragazzi significativamente chiamata Marcovaldo, quasi che abbandonare la Via della Madonna, esemplare per labronicità con la presenza di tante chiese di diverse nazioni, gli costasse un po’. E poi ancora la realizzazione della libreria a Castiglioncello e la sofferta dismissione a favore de la feltrinelli subito rimpiazzata in via degli Avvalorati sul confine della Venezia Nuova ed affacciata sulla Fortezza. Mi piace pensare che lui, spezino per provenienza, abbia cominciato in quella strada ad innamorarsi di Livorno e che, anche come una sorta di risarcimento, abbia fondato le edizioni Erasmo con l’intento di offrire un nuovo spazio editoriale alla creatività e alla cultura livornese che riprendesse e integrasse la tradizione dei Giusti, dei Belforte, dei Bastogi, dei De Batte e dei tanti altri che da tre secoli sono esempio di libertà in tutto il Mediterraneo, l’Europa e il Mondo. Anche in questo caso il nome scelto non è casuale: Erasmo i cui libri furono bruciati a Milano sebbene dopo la morte. La sua attenzione per quello spirito critico, irriverente che anima il nostro popolo l’ha portato a mettere a disposizione le sue librerie per ospitare in tante occasioni il dibattito culturale, fosse o no direttamente legato all’uscita di un libro. Così, da uomo di sinistra, ha dato la sua disponibilità per ospitare iniziative dei movimenti politici che in città propongono una critica al sistema di potere presente in città. Con l’Osservatorio delle Trasformazioni Urbane, con ALBA in occasione della venuta dell’economista Fumagalli e anche nella recente campagna elettorale ospitando tavoli di Buongiorno Livorno e di Un’Altra Livorno. E ci sono testimonianze infinite del suo attaccamento a Livorno anche attraverso le innumerevoli opportunità offerte a giovani e meno giovani talenti labronici. Insomma l’apporto di Franco alla città è indimenticabile e non lo dimenticheremo.
Marcello Lenzi