Parte terza
Militarizzaione
del territorio toscano
1.
BASE USA DI CAMP DARBY
La
base è situata nella pineta di Tombolo, occupa circa mille ettari di
terreno, che si estendono in una posizione ideale strategica nel
bacino del Mediterraneo. La concessione agli Stati Uniti della base
di Tombolo è avvenuta nel 1951, grazie a un trattato bilaterale
firmato dall'allora Ministro della Difesa italiano, dal governo USA e
dal Pentagono. Il trattato ancora oggi mantiene un grado di
segretezza elevato.
Il comandante della base è un ufficiale
italiano affiancato da un comandane statunitense. Ma chi comanda
effettivamente a Camp Darby? Camp Darby, come le altre basi USA in
Italia, è inserita nella catena di comando del Pentagono e quindi
sottratta ai meccanismi decisionali italiani. Secondo il rapporto
“Base Structure Report 2010”, essa comprende 143 edifici con una
superficie di 620.552 metri quadri. Poi compare "Coltano
troposcatter Site" con 9 edifici e una superficie di 44.496 mq.
Secondo lo stesso rapporto, altre strutture per il rifornimento e
l'addestramento si trovano in tre località in provincia di Livorno
con 203 edifici per una superficie di poco meno di 1.500.000 mq e un
deposito di stoccaggio munizioni a Pisa con 222 edifici per una
superficie di 514.141 mq. Camp Darby ospita al suo interno anche un
comando NATO; gestita dall'U.S. Army, per il quale è la principale
struttura logistica nel Mediterraneo, ha inoltre la funzione di
stoccaggio e manutenzione di armamenti.
All'interno di Camp Darby
hanno sede 26 strutture di appoggio dell'esercito, dell'aviazione e
del Dipartimento della difesa; è presente, inoltre, una base di
addestramento della Guardia Nazionale dell'esercito. Oggi sono
stoccate a Camp Darby 20.000 tonnellate di munizioni per artiglieria,
missili, razzi e bombe d'aereo con 8.100 tonnellate di alto
esplosivo. Più gli equipaggiamenti completi per armare una brigata
meccanizzata: 2.600 tra tank, blindati, jeep e camion. Nel 1999 la
capacità complessiva dei magazzini è stata certificata per
contenere 32.000 tonnellate di ordigni. Nel periodo del governo
D'Alema la polemica sulla presenza di ordigni nucleari nella base
smentita dal primo ministro, fu confermata da una denuncia
dell'intellettuale dissidente americano Gore Vidal, che riportò i
dati di una rivista specializzata americana autorizzata dal ministero
della difesa. Recentemente i comandanti stessi della base hanno
confermato la presenza di armi all'uranio impoverito nei magazzini
della base. Camp Darby ospiterebbe la 'superbomba GBU-28' all'uranio
impoverito, che sarebbe stata pure inviata alle forze armate
israeliane tramite navi salpate dal porto toscano di Talamone
(utilizzato in passato per vasti traffici internazionali di armi).
Già la prima "guerra del Golfo" ha palesato la centralità
della base nell'invio di forniture militari verso l'Iraq (nel 1991
sono partite da Camp Darby 22.000 tonnellate di munizioni, pari alla
quasi totalità delle munizioni usate durante la campagna Tempesta
nel Deserto). Da Camp Darby partirono il 60% delle bombe scagliate
sulla Serbia nel 1999. Nei giorni del Natale 1998, alla vigilia del
conflitto in Kosovo, sui moli tirrenici sono sbarcate 3278 cluster
bomb. Ultimamente, nel 2011 da Camp Darby attraverso l'aeroporto
militare di Pisa sono partiti diversi carichi militari per la guerra
in Libia. In passato la base è servita da supporto per diverse
operazioni di morte, tra cui il rifornimento della contras in
Nicaragua, nonché come nodo strategico della struttura Gladio/Stay
Behind, lo strumento di eversione golpista che operava in Italia al
soldo degli USA, e come centro di addestramento per lo stragismo
fascista. Vincenzo Vinciguerra, terrorista neofascista, responsabile
materiale della strage di Peteano del 31.5.1972, ha dichiarato ai
giudici che a Camp Darby negli anni '70 sono stati addestrati
neofascisti italiani e installati i "NASCO", depositi
d'armi per le strutture parallele della NATO, dei servizi segreti e
dei fascisti in funzione anticomunista (Gladio/Stay Behind).
L'inchiesta
Casson- Mastelloni
Fin
dal 1974 erano filtrate voci sull'uso della base per l'addestramento
di neofascisti, voci successivamente confermate dalle indagini dei
giudici veneziani Casson e Mastelloni.
1990
- Un'indagine condotta dal giudice Casson rende noto che Camp Darby è
la principale base strategica, chiamata in codice "Base A",
della rete segreta paramilitare e di ispirazione anticomunista Stay
Behind, più conosciuta come Gladio, che se ne serviva per
l'addestramento e come magazzino di armi e munizioni.
La
notte del MOBY PRINCE
Il
10 aprile del 1991 il traghetto Moby Prince va in fiamme davanti al
porto di Livorno. 140 persone muoiono carbonizzate, e una sola
sopravvive, il mozzo Alessio Bertrand. È la più grande tragedia
della marineria italiana dopo la II guerra mondiale. Quella notte in
rada al porto c'erano cinque navi USA di ritorno dall'Iraq. La
tragedia avviene alle 22:25, quando il traghetto, che stava uscendo
dal porto, si scontra con la petroliera Agip Abruzzo, ormeggiata
proprio tra una delle imbarcazioni militari e un'altra petroliera,
l'Agip Napoli. Il comitato dei familiari delle vittime ritiene che la
tragedia sia collegata al movimento delle navi USA. Secondo le
testimonianze di alcuni militari italiani, una nave USA imbarcava
armi e munizioni all'imboccatura Nord del porto nella zona del
Calambrone in zona proibita e con procedure non conformi alle regole
di sicurezza, che prevedono lo svolgimento di tali operazioni
rigorosamente nelle ore diurne in prossimità del canale Navicelli,
lontano dunque dalle rotte della navigazione civile. Dopo aver
scritto per anni all'ambasciata USA a Roma chiedendo la consegna dei
tracciati radar e delle foto satellitari USA di quella notte, un
consigliere della regione Toscana riceve, nel maggio 2002, il primo e
unico documento ufficiale statunitense sull'incidente del Moby Prince
dal capo ufficio responsabile dell'Avvocatura militare statunitense,
John T. Oliver.
In primo luogo viene confermata nella notte
dell'incidente la presenza di cinque navi USA nel porto di Livorno,
smentendo quindi la versione fornita undici anni prima dal comandante
del Leghorn Terminal di Camp Darby, il quale aveva comunicato
soltanto i nomi di tre imbarcazioni militarizzate destinate
all'ancoraggio in rada. Secondariamente viene negata l'esistenza del
materiale richiesto. Stando alla comunicazione del comandante
Harpole, dopo la tragedia, alla reiterata richiesta di avere una
copia dei tracciati radar di quella sera, le autorità statunitensi
hanno risposto: "Camp
Darby
(la più grande base militare Usa del Sud Europa, n.d.r.) non
dispone di apparati radar".
Nessun monitoraggio, nessuna copertura satellitare, impossibile.
Questione
sicurezza Agosto del 2000
Secondo
il sito statunitense www.GlobalSecurity.org,
che ha tratto la notizia dalla rivista tecnica del Genio
dell'esercito USA, nell'estate del 2000 alla base di Camp Darby è
stato effettuato lo sgombero d'emergenza di numerosi ordigni.
L'attività si rese necessaria in quanto, già a partire dalla
primavera dello stesso anno, era stato rilevato un cedimento parziale
delle strutture di copertura di alcuni magazzini munizioni
refrigerati, costruiti al centro della pineta, peraltro già
precedentemente sottoposti a lavori di restauro. Il materiale
esplosivo immagazzinato nelle strutture fu spostato in altri
magazzini, impiegando sia personale sia robot telecomandati, in modo
da evitare i rischi più grossi.
Più precisamente vennero
sgomberati con estrema cautela otto depositi sotterranei e igloo,
contenenti 100.000 ordigni con 23 tonnellate di esplosivo ad alto
potenziale.
L'operazione, durata 12 giorni, viene descritta dai
militari USA come "delicatissima", anzi addirittura, come
"un piccolo miracolo". Tutto, naturalmente, nel più
assoluto segreto.
Chi
paga le spese delle basi USA in Italia?
Con
i soldi dei contribuenti italiani si pagano non solo le spese
militari del nostro paese, ma addirittura i costi delle basi
americane in Italia. Denaro liquido ma anche sgravi fiscali, sconti e
forniture gratuite di trasporti, tariffe e servizi.
In proporzione,
siamo il paese NATO che versa di più agli USA: il 37% delle spese
complessive contro il 27% della Germania. Contributi diretti e
indiretti «aggiuntivi rispetto a quelli della Nato», spiega lo
statunitense “Report on allied contributions to the common
defense”.
Qualche dato: l'Italia nel 1999 stanziò alle basi USA
480 milioni di euro, nel 2001 324 milioni di euro e circa 367 milioni
di euro nel 2002.
I
progetti di ampliamento
Nell'agosto
2005, si diffonde la notizia che la grande base logistica Usa tra
Livorno e Pisa potrebbe essere raddoppiata e ottenere allo scopo
un'altra area.
La zona indicata è la piana di Guasticce, sempre
tra Livorno e Pisa, vicino all'interporto e allo scolmatore, dove è
disponibile una superficie di un milione di metri quadri.
Ultimamente
si è avviato l'allargamento del canale dei Navicelli a servizio
della cantieristica navale. La comune volontà della Provincia di
Pisa e della Navicelli Spa di sviluppare il canale che passa nel
cuore di Camp Darby verso l'area dell'interporto di Guasticce. La
Navicelli S.p.a. è una società interamente a capitale pubblico,
costituita al fine di gestire il Porto pisano, il Canale dei
Navicelli e più in generale tutte le aree demaniali, su delega del
Comune di Pisa con convenzione del 28 dicembre 2000. Nessuno
dimentica l'ipotesi emersa nel 2006 di ampliamento della base
militare in quell'area. La Regione Toscana e i comuni di Pisa e
Livorno hanno dato il via, con un accordo di programma e 108 milioni
di euro, al riassetto delle vie navigabili interne per «ottimizzare
gli interscambi tra i siti logistici della Toscana». Al dragaggio di
Navicelli contribuisce la Regione con 5 milioni di euro. Tra i siti
logistici maggiormente interessati c'è la base Usa di Camp Darby,
che chiede l'ampliamento del Canale dei Navicelli che la collega al
porto di Livorno. Il sindaco di Pisa Marco Filippeschi (Pd) ha
chiesto al comando Usa una compartecipazione ai lavori «anche in
vista di importanti prospettive dello stesso Camp Darby». Il comando
ha «interesse ad allargare la darsena della base militare» così da
manovrare due chiatte in contemporanea. Questo favorisce il porto di
Livorno uno degli undici porti nucleari.
(I
dati e le notizie su Camp Darby sono stati ricavati da il dossier
"Che ne sai della base USA di Camp Darby?" e da Enrico
Fedrighini: “Moby Prince: un caso ancora aperto”. Paoline
Editoriale Libri, 2005)
2.
LIVORNO PORTO NUCLEARE
Livorno
è uno degli undici porti nucleari italiani dove sostano o approdano
unità militari a propulsione e capacità nucleare. Come affermato
dal professore Massimo Zucchetti del politecnico di Torino: "La
presenza di navi militari a propulsione nucleare non è ammissibile
in porti situati in zone con presenza di popolazione civile nel
raggio di qualche km, per motivi di sicurezza e di possibilità da
parte delle autorità militari di ottemperare secondo legge alle
disposizioni delle autorità civili. In particolare, date queste
condizioni, in nessuno degli attuali "porti nucleari"
italiani è ammissibile questa presenza". In base al decreto
legislativo 230 del 1995 i cittadini dovrebbero sapere se vivono in
un'aera a rischio nucleare, e conoscere i piani di emergenza nucleari
per portaerei e sottomarini atomici. Invece quei piani (se anche
esistono) rimangono nel cassetto, top secret, per non generare
allarme fra le popolazioni e questo anche a Livorno.
3.
CHE COSA È UN HUB MILITARE
Nel
programma pluriennale, presentato nel 2010 alle commissioni difesa
del Senato e della Camera, esso viene definito "Hub aereo
nazionale dedicato alla gestione dei flussi, via aerea, di personale
e di materiale dal territorio nazionale per i teatri operativi, e
viceversa, con tempestività ed efficacia. La capacità di transito
massimo dell'Hub sarà di circa 600-1200 passeggeri giornalieri,
mentre la sua capacità di movimentazione giornaliera massima sarà
di circa 300-400 tonnellate".
Va
inoltre rilevato che, nella relazione alla Commissione Difesa del
Senato, non viene chiarito che cosa comporterà, per il territorio di
Pisa e Livorno, il fatto che tale struttura "dovrà esser
adeguatamente connessa con le principali vie di comunicazione
stradale, ferroviaria e navale".
La
decisione di realizzare a Pisa l'Hub militare è stata presa senza
che sia stato fatto alcuno studio sulle implicazioni per il
territorio di Pisa/Livorno, anzitutto sull'impatto ambientale sia
acustico che chimico. A titolo di esempio su che cosa dovrebbe essere
fatto ci si può basare su uno studio dell'ARPAV (Agenzia Regionale
per la Protezione Ambientale del Veneto) del 2007 che dimostra come
ci sia un rapporto diretto tra emissione di PM10 ("polveri
sottili") e il numero di movimenti degli aerei. Dimostra che un
aereoporto in forte espansione come quello di Pisa provoca un
crescente inquinamento chimico, dovuto sia ai voli sia al
funzionamento stesso della struttura aeroportuale e all'aumento del
traffico stradale per i collegamenti con l'aeroporto. Tutti questi
tipi di inquinamento cresceranno con la realizzazione dell'Hub
militare. Da notare inoltre che l'aumento dei voli militari
comporterà anzitutto un aumento del rischio di incidenti come quello
nel novembre 2009 in cui cadde vicino alla ferrovia un C-130J. Tenuto
conto che l'incidente, in cui è morto l'intero equipaggio, avrebbe
potuto provocare una strage se l'aereo fosse caduto sull'abitato che
dista dall'aeroporto 200 metri dalle case del quartiere San Giusto, 1
km dalla stazione centrale e 2 km dal centro città. Senza contare
che disatro sarebbe se un grosso aereo, carico di eufemisticamente
"merci pericolose", precipitasse appena dopo il decollo.
4.
WASS DI LIVORNO
La
Wass di Livorno va a gonfie vele: negli ultimi tre anni ha assunto
cento persone, tutte altamente specializzate, portando il totale a
500, più 1000-1200 nell'indotto. La Commissione difesa della Camera
ha approvato, dopo quella del Senato, l'acquisizione del nuovo siluro
pesante per sommergibili U-212A. Si tratta di una evoluzione dello
Squalo Nero, prodotta dalla Wass a un costo stimato di 87,5 milioni
di euro (che, come di solito avviene, alla fine risulterà maggiore).
Grazie a questa maxi-commessa la Wass potrà potenziare la ricerca e
sviluppo. A tal fine ha stipulato un accordo con la Scuola Superiore
Sant'Anna di Pisa, il cui Centro di ricerca sulla robotica marina si
è insediato allo Scoglio della Regina a Livorno, grazie ai
finanziamenti europei dei PIUSS (Piani Integrati Urbani di Sviluppo
Sostenibile) ottenuti dal Comune. La convenzione - stipulata nel
dicembre 2009 tra il Comune di Livorno, la Scuola Sant'Anna e la Wass
- stabilisce che la Scuola mette a disposizione della Wass le proprie
conoscenze e attrezzature scientifiche, mentre la Wass mette a
disposizione della Scuola i propri laboratori e impianti di
sperimentazione.
In tal modo, avvalendosi della ricerca
universitaria, la Wass può produrre armamenti ancora più
sofisticati.
5.
MILITARIZZAZIONE DI SCUOLE E UNIVERSITA'
L'Università
di Pisa sottoscritto nel 2002 un contratto top secret di 75.000
dollari con un'agenzia del Dipartimento della difesa Usa. Due
contratti nel 2008 per un ammontare di 108.100 dollari per "servizi".
Due i contratti direttamente assegnati all'Istituto di scienza e
Tecnologia dell'Università di Pisa (anni 2005-06), valore
complessivo 53.590 dollari, committente il NAVSUP FISC Sigonella Det
di Londra e il Naval Research Laboratory. Inoltre gli atenei di Pisa,
Genova, Napoli e Trieste sono le università convenzionate con
l'Accademia navale di Livorno per l'attuazione dell'iter di studi
dell'ufficiale della Marina militare. A Pisa, per iniziativa del
Comune, 1.500 bambine e bambini delle scuole dell'infanzia, primarie
e medie sono stati condotti il 27 aprile 2011 nella caserma della
Brigata Folgore, dove per il secondo anno si è svolta la ´Giornata
della solidarietà'. Che impressione hanno avuto questi bambini? Che
la caserma è un luogo bellissimo, dove tante persone simpatiche ti
fanno fare tanti giochi, dai percorsi a ostacoli alle gare di
orientamento, dove dal cielo scendono supereroi alati che volteggiano
lasciandosi dietro scie di fumo tricolore. Analoghe iniziative in
altre scuole primarie e medie. In quelle del Trentino è stato
diffuso un calendario Nato/Isaf, con in copertina un blindato
italiano in Afghanistan, armato di mitragliatrice, e foto di soldati
italiani che, in assetto di guerra, regalano ai bambini afghani
palloni bianchi con scritto ´Isaf', che li curano amorevolmente, che
vengono accolti nei villaggi da bambini festanti. A Rovigo, lezione
di tattica militare e combattimento con armi ad aria compressa. Una
migliore preparazione i ragazzi la possono avere con il corso
“Allenati per la vita”, promosso dai ministeri dell'istruzione e
della difesa, valido come credito formativo: vengono addestrati al
combattimento con armi ad aria compressa e a percorsi
ginnico-militari. E, compiuti i 18 anni, possono partecipare ai corsi
di formazione “Vivi le Forze Armate, Militare per tre settimane”,
per “condividere i valori che promanano dalle Forze Armate. In
Senato - dopo essere passata alla Camera grazie a un'intesa
multipartisan - la legge per “la promozione e diffusione della
cultura della difesa attraverso la pace e la solidarietà in
particolare nelle scuole di ogni ordine e grado” è oggi una
realtà.
6.
EUROFOR, FIRENZE
La
caserma Predieri di Firenze è sede del comando militare di Eurofor,
la Forza operativa europea di reazione rapida composta da militari di
Italia, Spagna, Portogallo e Francia. Dal primo luglio 2011 può
essere impiegata in ogni 'teatro' che si dovesse aprire nel raggio di
6.000 chilometri da Bruxelles, quindi anche nel nord Africa. Può
contare su 1.500-2.000 uomini, può essere allargata all'intervento
di altri Paesi europei ed è disponibile per ogni tipo di impiego con
un preavviso che può andare da uno a cinque giorni. È stata
costituita nel 1995 ed è stata coinvolta nelle operazioni in Albania
(durante la guerra in Kosovo), in Macedonia (2003-04), in Ciad e
nella Repubblica Centrafricana.
Extraterritorialità
delle installazioni.
L'art.
9 del trattato internazionale istitutivo: “Le installazioni
destinate all'uso ufficiale di Eurofor sono inviolabili come anche lo
sono i suoi archivi in qualunque luogo essi si trovino. Nessun
rappresentante dello Stato di accoglienza potrà entrare nelle
suddette installazioni senza il consenso del Generale che comanda
EUROFOR o altro funzionario a questo delegato…”
INIZIATIVE
PER UNA POLITICA DAVVERO DI PACE
ALCUNE
PROPOSTE
Svolta
rispetto ai conflitti armati in cui l'Italia è (o è stata)
coinvolta:
-
MALI: condannare l'attacco della Francia (nemmeno "autorizzato"
dall'ONU!) invece di sostenerlo;
-
AFGHANISTAN: ritirarsi ora, risarcire il paese, invece di continuare
a uccidere per un anno o più;
-
SIRIA: premere per un cessate il fuoco e il negoziato tra tutte le
forze, anziché fornire aiuti militari ai gruppi armati e un appoggio
politico-economico al loro braccio politico (il CNS, poi la
"Coalizione");
-
LIBIA: riconoscere i crimini nostri e della NATO, commessi in spregio
al mandato ONU; risarcire le vittime; considerare rifugiati gli
esuli; svelare gli interessi dietro le falsità raccontate in coro
dai media.
INFINE:
ripudiare la "guerra permanente" americana, rifiutando ogni
collaborazione. Ad es., chiudendo le basi USA come quelle "Africom"
a Vicenza e a Napoli, create per le future guerre USA in Africa.
Svolta
nell'impiego delle risorse economiche per la difesa dell'Italia:
-
cancellare o rivedere i progetti più onerosi: caccia F-35 e JSF,
elicotteri NH-90, navi Fremm, ecc.;
-
revocare la L. 244/12 che consente di riordinare le forze armate da
forze di difesa in forze offensive.
Svolta
nella tutela del territorio nazionale italiano :
-
usare i risparmi (punto 2) per bonificare i territori nazionali
contaminati (Sardegna, Taranto, ecc.);
-
negare a paesi terzi l'uso dei poligoni di tiro e ogni altra attività
che contamini il territorio italiano;
-
vietare sul territorio nazionale lo stoccaggio di armi nucleari o la
costruzione dei nocivi radar MUOS.
Svolta
nella conduzione della politica estera italiana :
-
uscire dalla NATO o passare da stato membro a partner. Il
Partenariato Euro-Atlantico fu creato il 27 maggio 1997 al vertice di
Parigi ed è un forum di regolare consultazione, coordinamento e
dialogo tra la NATO e i partner esterni.
Riconversione
dell'industria militare.
-
Chiediamo una legge nazionale per la riconversione dell'industria
militare e la costituzione di un fondo annuale di 200 milioni di euro
per sostenere le imprese impegnate nella riconversione da produzioni
di armamenti a produzioni civili.
Per
quanto riguarda Livorno e area circostante:
-
Sapere se esiste un piano di emergenza per il porto di Livorno in
quanto porto nucleare e, se esiste, renderlo pubblico alla
cittadinanza;
-
Adottare tutte le misure atte a bloccare il progetto dell'Hub
Aeroportuale Militare, a partire da una valutazione di impatto sul
territorio.
-
Promuovere con altri enti locali toscani un comitato unitario per
favorire la riconversione ad usi civili di basi, strutture e
industria militare presenti sul territorio.
ATTIVITÀ
DI PACE
Corpi
di pace
-
Si propone lo stanziamento per dar vita a un primo contingente di
corpi civili di pace, destinati alla formazione e alla
sperimentazione della presenza di 500 volontari da impegnare in
azioni di pace non governative nelle aree di conflitto o a rischio di
conflitto.
Istituto
per la pace
-
Al
pari di altri paesi ( Svezia e Norvegia) che hanno istituti di
ricerca sui temi della pace e riconosciuti internazionalmente, si
propone il finanziamento di un istituto indipendente di studi che
possa realizzare ricerche a sostegno della pace e del disarmo.
(A cura di Alessandro Bocchero e Paolo Cascinelli)
(A cura di Alessandro Bocchero e Paolo Cascinelli)
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