Pubblichiamo il testo del documento redatto al termine dell'incontro di Roma del 19 gennaio scorso tra i membri del Comitato Operativo Nazionale e i referenti di una parte dei Nodi Territoriali.
ALBA: Il nostro percorso verso le elezioni e la lista Rivoluzione Civile
1. Al termine di questo periodo e in special modo con la presentazione delle liste,
appare evidente che Rivoluzione civile, pur tendendo ad una sostanziale
piattaforma programmatica anti-liberista, non ha accolto i suggerimenti sulle forme
della selezione e sul rinnovamento dei nomi che erano chiaramente esplicitate
nell’appello di CSP e che rappresentano un principio cardine del progetto di ALBA.
Rivoluzione civile non è in questo senso apparentabile né ad ALBA né a CSP. È
stato anzi scelto di non tenere in minimo conto delle proposte emerse dalle
assemblee territoriali (proposte che tra l’altro non erano certo “provocatorie” nei
confronti dei partiti coinvolti, dando anzi spesso luogo al sospetto di esserne
troppo vicine). Di fatto, poiché CSP nasceva esplicitamente come una campagna di
scopo in vista delle elezioni politiche, si può tranquillamente affermare che questa
esperienza è terminata all’atto della presentazione delle liste, che sancisce la
propria espulsione dal soggetto elettorale guidato da Ingroia. A semplice titolo di
curiosità esemplare, sottolineiamo che l’unica regola esplicitata nell’appello di CSP
si riferiva alla parità di genere. Ebbene, le liste presentate da Rivoluzione civile non
solo non ne tengono conto, ma rappresentano, rispetto a questo tema, la proposta
meno avanzata dell’intero arco elettorale.
2. ALBA ha scelto, nell’assemblea nazionale del 17/18 novembre, di non partecipare
direttamente alle elezioni ma di appoggiare i propositi dell’appello di CSP,
promosso anche da autorevoli propri esponenti. Questa scelta si giustificava da un
lato con il riconoscimento del carattere speciale che riveste il prossimo
appuntamento elettorale e, d’altra parte, col tentativo di offrire un contributo alla
contaminazione della politica attraverso l’emergere di un protagonismo anche
elettorale della società politica attiva, che avrebbe portato percorsi e
rappresentanza alternativa nella stessa formazione delle liste elettorali che
competono per le prossime elezioni politiche ed amministrative. L’esito di questo
tentativo è sotto gli occhi di tutti. Noi ci limitiamo a ricordare che per ALBA la
questione delle regole, di chi sceglie e di chi rappresenta, non è seconda ma è
dirimente. ALBA si fonda sull’idea che, in politica, la forma è sostanza. Come scritto
nel proprio manifesto fondativo, un soggetto politico nuovo si costruisce rompendo
“con la visione ristretta della politica, tutta concentrata sul parlamento e i partiti.
Si lavora invece per un nuovo spazio pubblico allargato, dove la democrazia
rappresentativa e quella partecipata lavorano insieme, dove la società civile e i
bisogni dei cittadini sono accolti e rispettati”. È questo il compito che ci siamo dati
e il nostro metro di giudizio rispetto al processo e al progetto di Rivoluzione civile.
3. Evidentemente, questo fallimento non è stato causato solo dalla operazione di
progressiva marginalizzazione da parte degli altri soggetti coinvolti o dall’aver
scontato dei limiti cronologici che apparivano evidenti fin dall’inizio. Accanto a
queste cause vi è anche una quota di ingenuità, non solo prima della consultazione
telematica ma anche successivamente. Quel che è certo è che, come ALBA,
dobbiamo riconoscere i nostri errori e lavorare perché essi non compromettano il
cammino immediato e non si ripetano nelle prossime esperienze elettorali. Proprio
per non sottovalutare tale necessità e per avere tutti gli elementi a disposizione, è
opportuno rimandare l’analisi ad un seminario nazionale da convocare a febbraio.
È opportuno però che questo incontro avvenga secondo lo spirito di ALBA,
seguendo modalità costruttive e rivolte al futuro, partecipate e aperte a "compagni
e compagne di viaggio".
4. Bisogna però non dimenticare quanto di buono è stato seminato in questi mesi. Le
persone che facevano riferimento ad ALBA hanno commesso errori, ma nessuno è
mai venuto meno alla coerenza con i principi originali del progetto, pur accettando
di mediare per evitare rotture. Nessuno ha mai trattato per ottenere qualcosa per
sé (o anche per ALBA). Davvero ALBA non si è comportata come un partito ma
come un soggetto politico nuovo. L’effetto di questo atteggiamento è stato la
costruzione di una rete di rapporti personali e politici che rappresentano una
semina profonda, che non bisogna disperdere e da cui bisogna ripartire, anche
attraverso il necessario e urgente ripristino degli impegni preventivati a novembre,
a cominciare dal tesseramento. Tante compagne e compagni (con e senza tessere
di partito) che in questi mesi sono tornate/i nelle assemblee vogliono rimanere in
campo e contare, provare a rimanere appunto “società politica attiva”.
5. A questo punto ALBA, pur riconoscendo l’importanza delle elezioni e il fallimento
del contenitore proposto (CSP), lavora per il futuro e fa partire il tesseramento
consapevole che per costruire percorsi di rappresentanza ulteriori bisogna partire
alla fine delle elezioni e non a ridosso di esse, non ripetendo l’errore appena
commesso. Per questo si riafferma con forza la necessità di continuare l'attività sui
territori, per unire il lavoro dal basso ad una nuova forma di valorizzazione della
rappresentanza. Del resto il percorso che si è compiuto non delegittima il compito
politico che si è data ALBA, piuttosto ne manifesta con ancora maggiore evidenza il
carattere di urgenza. Questo fallimento rivela la necessità di un accordo preventivo
su nuove regole della partecipazione e della selezione politica e, a partire da
questo accordo, della necessità di un soggetto politico radicalmente nuovo.
6. Anche per non disperdere il patrimonio di relazioni costruito nel percorso di CSP,
riteniamo necessario essere presenti in modo autonomo anche durante la
campagna elettorale attraverso un confronto critico coi candidati e un serrato
approfondimento del profilo programmatico, a partire dai 25 punti programmatici
proposti da ALBA, un confronto che può essere utile per dare alle cittadine e ai
cittadini tutte le informazioni utili per un voto responsabile. A questo proposito
proponiamo di indire fin da ora assemblee pubbliche territoriali, e di costruire entro
la primavera due iniziative nazionali su: 1) Democrazia rappresentativa,
partecipata e di prossimità e riforma della politica 2) Democrazia economica e del
lavoro diritti e autodeterminazione dei cittadini e delle comunità, in Italia e in
Europa.
7. Restando ferme le legittime scelte individuali al momento del voto, come ALBA
riteniamo utile sintetizzare la nostra posizione rispetto alla lista Rivoluzione civile:
ALBA, pur prendendo atto che Rivoluzione Civile rappresenta allo stato
attuale la proposta politica elettorale caratterizzata da un programma
anti-liberista, autonoma da Grillo e dall’alleanza del centrosinistra,
dichiara pubblicamente di non potersi riconoscere nel progetto né di far
parte della lista di Rivoluzione civile per le modalità della sua costruzione
che hanno finito col ridurla ad un accordo tra partiti senza alcun carattere
di lista di cittadinanza politica. Proprio per questo, ALBA non parteciperà
in forma attiva ai Comitati di sostegno per la Campagna elettorale.
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